PAULO COELHO, Il manoscritto ritrovato ad Accra
AUTORE: PAULO COELHO
TITOLO:IL MANOSCRITTO RITROVATO AD ACCRA
EDIZIONE MONDATORI SU LICENZA BOMPIANI, 2012
La collocazione storica del manoscritto è importante, ma non è la protagonista. Infatti, nel primo capitoletto " Ora che sono giunto alla fine della mia vita", lo spazio riservato alla descrizione della vicenda storica è veramente esiguo; ma andiamo per gradi. Gerusalemme sta per subire l'invasione dei crociati e la paura rende schiavi gli abitanti. Entro questa cornice, compare un personaggio singolare, il Copto. Il manoscritto ci dice che è un "tipo strano", ha viaggiato molto ed alla fine ha deciso di porre fine al suo viaggio. Il Copto non è né cristiano né musulmano né ebreo; in cosa crede allora? Vediamo cosa dice Coelho : " Il Copto crede unicamente nel presente e in qualcosa che identifica con il nome Moira , ossia la divinità ignota, il fato, l'Energia Divina responsabile dell'unica legge che non può essere trasgredita". Non è un caso che questa precisazione sia fatta nel primo capitolo, è la chiave di volta del testo, racchiude, a mio parere, il messaggio stupendamente moderno che Coelho vuole darci.
Il resto del manoscritto si svolge nel susseguirsi di domande che il popolo, l'altro grande protagonista, pone al Copto. Il popolo , a differenza del Copto, ha una composizione multireligiosa e ,dopo l'iniziale diffidenza, si abbandona al dibattito tutto teorico che il Copto vuole intrattenere all'indomani dell'invasione.
Ricorrono molteplici riferimenti biblici: la piazza in cui sono tutti riuniti è la stessa in cui Pilato aveva consegnato Gesù alla folla; lo stesso Copto ricorda alla folla le parole profetizzate "dall'uomo che andava incontro alla morte" ( " Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i nostri figli"); i riferimenti alle parabole, inoltre, vengono usati dal Copto a sostegno delle sue tesi ( la semina, il buon raccolto, il figliolo che torna dal padre).
La folla da spazio alle paure: il futuro, l'ansia, la solitudine, la pianificazione della vita, il successo, i nemici. Ed è straordinario palpare l'attualità e l'immutevolezza delle paure umane. Sono ansie che il Copto cerca di sedare con la sua saggezza, indicando le virtù come unici strumenti per combatterli.
È una scrittura scorrevole, elegante, che nella sua semplicità contiene a stento un forte messaggio: nutrire sempre speranza, anche e soprattutto nei momenti più oscuri, quando tutto parla di distruzione. Che tu sia cristiano, musulmano, ebreo, ateo, non importa perchè le virtù non guardano la professione di fede, sono proprie "dell'umanità umana" che non può farne a meno senza svilire se stessa. Come dice il Copto, il manoscritto è un "atto di guerra,.. una spada invisibile che si offre al mondo affinchè possa lottare contro i demoni del'intollerenza e dell'incomprensione".
Se anche voi lo avete trovato interessante o semplicemente la mia recensione vi ha incuriosito, sarei ansiosa di conoscere il vostro punto di vista.
Per gli appassionati di Coelho vi segnalo la pagina ufficiale www.paulocoelho.com